FIRENZE – Dormivo. E da parecchio tempo ormai. Un rumore mi sveglia. Apro gli occhi, che sono un po’ annebbiati dal sonno profondo, e mi rendo conto che mi trovo seduto sulla poltrona di un bel teatro ottocentesco. Lo riconosco. E’ il Teatro Verdi di Firenze.
Mentre la vista si fa sempre più precisa, inizio a osservare le persone che stanno entrando nell’immensa sala e che stanno riempiendo tutte le poltrone color porpora del teatro. Sento il brusio del chiacchiericcio. Una bella e giovane donna vicino a me sta leggendo con attenzione il programma della serata e commenta: “Speriamo di assistere a tante belle trasformazioni!”. Un uomo anziano e barbuto, che si trova una fila davanti a me parla, con l’elegante signora accanto a lui di cosa gli è capitato durante la giornata. Più dietro sento le risate squillanti e gioiose di due giovani. Alcuni sono lì appositamente per vedere lo spettacolo di quella sera, altri invece semplicemente perché hanno l’abbonamento per tutta la stagione teatrale, e si comprende dal diverso modo che hanno di porsi in attesa dell’inizio.
Ormai il teatro è completamente pieno. Passa la maschera accompagnando i due ultimi ritardatari al loro posto. Le luci si abbassano. Buio in sala. Il brusio si acquieta. E poi ecco la prima magia del teatro: il sipario si apre. Inizia lo spettacolo.
Un magro personaggio, con un ciuffetto di capelli sulla testa è lì, in mezzo al palcoscenico. Inizia a parlare. E si muove a scatti. E’ davvero il padrone della scena. A me appare come un Grillo Parlante.
Lo spettacolo ha inizio e subito ha l’apparenza di una commedia teatrale. Si parla di un gruppo di persone in visita a un vecchio teatro. Il teatro però ha un’anima propria e non proprio benevola. E da lì inizia tutta una serie di situazioni che portano lo spettacolo-commedia a trasformarsi in una specie di circo. Un circo teatrale. I primi commenti che ascolto dalle persone attorno a me, tendendo un po’ di più le orecchie, sono cose del tipo: “Ma le trasformazioni non le fa?”, “Non credevo avesse tutte queste persone in scena”, “Avevo visto l’altro suo spettacolo: mi aspettavo una cosa diversa”.
Poi lentamente, ma inesorabilmente, mentre il nostro Grillo Parlante diviene sempre più protagonista, anche non stando in scena, lo spettacolo va avanti e cresce. E lo si avverte distintamente dal silenzio assoluto della sala, rotto solamente da applausi fragorosi e puntuali. Un crescendo che culmina in un bagliore che si riflette dentro i miei occhi, e anche più in profondità. Metà del fondale della scenografia si abbassa e compare, pian piano, una grande scalinata che da l’impressione di essere costruita con del metallo lucido. Viviamo in un mondo in cui siamo abituati a vedere film iper-tecnologici, con trucchi ed effetti speciali realizzati al computer. Un mondo in cui TV e Internet ci hanno abituati ad immagini in cui la magia ha perso la sua iniziale connotazione di impossibile reso possibile. E, in questo tipo di mondo, vedere come un paio di corde (usate per abbassare la scalinata) unite a tanta fantasia e a una tecnica scenografica teatrale sapientemente utilizzata, possano riuscire ad aprire il cuore di chi assiste, lasciando tutti a bocca aperta, come solo la gioia della vera magia può fare, è qualche cosa già di per sé magico.
Ora, purtroppo, lo spettacolo è terminato. Gli artisti sul palco hanno fatto il loro saluto finale. Il Grillo Parlante ha spiegato il suo messaggio, semplice, ma importante.
Il giorno successivo cerco nei vari blog su Internet commenti e frasi e, tra i tanti, trovo scritto:
In questi giorni frenetici della mia vita, mi manca il tempo per riflettere…
e dire che sto vivendo internamente un periodo ricco di emozioni
mentre attorno a me vedo sento e percepisco che sta succedendo qualcosa che non mi piace.
Posso dire con certezza che la Magia è presente nella mia vita
a volte se ne sta zitta zitta in un angolo
a respirare lentamente
e mi fa sentire solo la sua presenza
a volte poi prende fiato…e cresce
lentamente, ma a dismisura
non ha più forma, non ha più una dimensione circoscrivibile
ma è come se esplodesse
e prendesse tutto lo spazio che c’è
annullando qualsiasi altra cosa possa essere nei dintorni
…
Sensazioni queste
modi di sentire
velo attraverso gli occhi che ti fa guardare la vita e il mondo da un altro punto di vista
…
…
ma a volte credi davvero che se ci abbandonassimo a questo sentire
la vita sarebbe meravigliosa
…
più di quanto non lo sia il fatto stesso di essere in questa vita.(Pensieri di Paola ispirati dallo Spettacolo di Arturo Brachetti)
Credo che tali parole siano più significative di qualunque critica di esperti e di meno esperti.
Perciò grazie Arturo, Grillo Parlante della Magia, per avermi risvegliato dal sonno!
Giovanni Beani
[Articolo già pubblicato sulla rivista cartacea “Cardini Club News“]
Link:
Sito Ufficiale di Arturo Brachetti
Sono molto contento che lo spettacolo di Arturo Brachetti piaccia e faccia il pieno di incassi.
In realtà non sono un entusiasta del Gran Varieta’ Brachetti, anzi quando l’ho visto io mi aveva molto deluso parendomi uno spettacolo molto parrocchiale.
So pero’ che la produzione non e’ immobile e che nel tempo ha apportato forti miglioramenti alla drammaturgia.
In realta’ non amo neppure il modo di recitare di Arturo, molto caricaturale e poco spontaneo (un po’ come si porgerebbe un mago alle prime armi nei confronti di un pubblico di bambini) pero’ lo ritengo ugualmente uno degli artisti italiani piu’ importanti di questi ultimi 100 anni.
Non può piacere tutto di un artista ma questa è anche la forza di chi rischia e propone cose nuove al proprio pubblico.
Quindi bravo Arturo Brachetti, spero di tornare a vederti presto divertendomi come con l’uomo dai mille volti.
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