Lug 24

La Magia di Odaba

Di recente è uscito un nuovo libro edito dalla Florence Art Edizioni dal titolo “La magia di Odaba”. Si tratta di una antologia che raccoglie quasi tutto il materiale pubblicato negli anni da Otto dalla Baratta in arte Odaba (quando si esibiva come mentalista o Babà Alì come illusionista più comico). La stesura del testo, nato da un’idea di Raul Cremona, sopratutto delle ricerche storiche, ha coinvolto molte persone, coordinate da Mariano Tomatis, e la cosa che mi ha fatto piacere è che si è tentato di fare venire alla luce anche la personalità dell’uomo Ottorino, non solo il suo aspetto di illusionista/Mentalista. Ed è perciò una grande soddisfazione personale essere citato da Alex Rusconi proprio in questa breve parte del libro che esplora l’animo di Odaba. Quelo che segue è uno dei miei ricordi di Odaba, quando da poco più che ragazzino frequentavo assiduamente le riunioni nazionale del Club Magico Italiano di allora e avevo modo di parlarci della mia, già da allora, passione per il Mentalismo:

Sono tante le emozioni che ognuno di noi prova nel corso della propria vita. Così come sono tante quelle che si incontrano camminando nei misteriosi e affascinanti sentieri della magia, anche di quella particolare magia che è il “mentalismo”. Molte di queste emozioni durano un solo attimo, altre un po’ più a lungo, ma ce ne sono alcune che continuiamo a custodire dentro l’animo per sempre. Per mia fortuna ho una di queste ultime proprio legata a Otto dalla Baratta.

Eravamo agli inizi degli anni ’80. Nel dopo serata di una riunione del Club Magico Italiano, quando ancora, terminati i vari appuntamenti della giornata, ci si fermava sino a notte fonda ai tavoli dell’allora Crest Hotel di Bologna a guardare chi faceva giochi ai tavoli o a parlare e discutere di prestigiazione o, più semplicemente, per i più piccoli e più timidi come il sottoscritto, ad ascoltare cosa dicevano gli altri. Quella particolare sera mi sedetti a un grande tavolo rotondo nella sala dove era allestito il piccolo teatro su cui poco prima i erano esibiti i prestigiatori del gala magico. Ero assieme a un amico, un giovane prestigiatore anche lui ai suoi primi passi nel mondo dell’illusionismo, e cominciammo a chiacchierare di quella particolare forma di illusionismo, il mentalismo, che già iniziava a entrarmi nelle vene.

Dopo pochi minuti si avvicinò a noi un uomo che ci chiese se poteva sedersi lì accanto a noi. Nonostante la penombra della sala lo riconobbi subito. D’altronde lo avevo visto solo poche ore prima in una sua conferenza: era lui, Odaba!

Si presentò in modo cordiale, ci dette la mano e chiese i nostri nomi. Da quel momento in poi ebbe inizio, come diremmo oggi, una vera e propria “full immersion” di mentalismo. Ci parlò di cosa intendesse lui per mentalismo e dei molti effetti che aveva creato e rielaborato.

Le nostre domande lo incalzavano di continuo, ma lui, sempre in modo estremamente gentile, rispondeva anche alle più banali richieste (quelle che però per quei due giovani dilettanti non lo erano affatto). Ci descrisse alcuni suoi effetti e ce ne mostrò altri. Fra questi ne ricordo uno in particolare, semplice sotto certi aspetti, ma sopratutto interessante perché consente di prendere mano con un gimmick – spesso troppo sbandierato dagli odierni mentalisti che ne abusano là anche dove non occorrerebbe – il “CUS” ideato da Odaba stesso, uno splendido attrezzo che è tuttora tra i miei preferiti.

Prese un piccolo “block notes” e scrisse, senza mostrarcelo, qualche cosa sul primo foglio. Posò penna e blocco note sul tavolo e prese in prestito un mazzo di carte, facendo quindi scegliere una carta al mio amico. Poi mi chiese di pensare a un anno che fosse stato importante nella mia vita e di dirlo ad alta voce. Chiese quindi al mio amico di mostrare la carta che aveva poco prima scelta dal mazzo. Dopodiché Odaba, con un leggero sorriso sulle labbra, lesse quanto aveva scritto sul foglio: «Io, Odaba, prevedo che l’anno importante per Giovanni è il 1978 e che la carta scelta da Franco sarà il 6 di picche!» mostrandoci il tutto scritto a chiare lettere con la penna biro. Ovviamente rimanemmo a bocca aperta. Fu allora che il mentalista Odaba, con quel tipo di magia che appartiene solo ai “grandi”, si trasformò nel Maestro Otto dalla Baratta spiegandoci nel dettaglio il miracolo a cui avevamo appena assistito.

E da allora quel piccolo miracolo continua a vivere nella mia mente e nel mio cuore, il miracolo di avere avuto modo di incontrate una persona speciale e magica: grazie Otto per questa vera magia!

Giovanni Beani

 

Un commento a “La Magia di Odaba di Otto dalla Baratta”

  1. Jaqk ha detto:

    davvero un personaggio, fantastica la testa di paperone!

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