Ago 03

Crisotofo LombardiFOGGIA – Il 30 luglio si è tenuto in quel di Foggia, presso il Teatro dei Limoni, lo spettacolo “Quando i sogni prendono vita” di Cristoforo Lombardi.
Non conoscevo di persona questo giovane artista, ma il nostro presidente Roberto Muci me ne aveva parlato con toni entusistici.
Presentato da Roberto, amico e ospite del Lombardi, lo spettacolo si sviluppa intorno ad una buona idea:  il mago racconta di aver chiesto alla gente incontrata sul suo percorso di vita quale desiderio avrebbe voluto che si avverasse.
Perchè si comprenda emozionalmente l’importanza del quesito, la stessa domanda è posta anche al pubblico presente in sala.
Ogni persona ha un suo personale desiderio e lo racconta al mago il quale prova, attraverso i suoi esperimenti scelti ad hoc, di far avverare quel sogno.
Lo stile asciutto ma malinconico al tempo stesso ben si adatta al tema trattato.
Il suggestivo contenitore che ricorda un teatro d’avanguardia o addirittura “clandestino” con i suoi settanta posti, ben si presta ad uno spettacolo di magia, (vista la possibilità di poter usare anche le carte da gioco senza che si perda nulla dell’effetto, che resta sempre ben visibile) e gioca a favore di Cristoforo.
L’inizio con una manipolazione classica di sigarette e carte subito ci racconta dove siamo siamo, ad una “seance magique“. Apprezzato anche il sottofondo dal vivo con la chitarra seppure più vivace non avrebbe guastato. Finita la manipolazione il mago scompare dietro le quinte, lasciandoci ad ascoltare la chitarra. Un’assenza ingiustificata da evitare in futuro o se proprio necessaria da coprire con altro momento di intrattenimento.
Lo spettacolo riprende con pezzi parlor e mentalismo, tutti piuttosto suggestivi.  Il ragazzo ha delle buone idee.
Nell’intervallo Roberto esegue un paio di pezzi stracollaudati del suo personale repertorio, cambiando di fatto il ritmo della serata, vista la maggior vivacità dei suoi effetti più “giocosi”.
Lo spettacolo termina con momenti toccanti quali il sogno dell’uomo che conscio di aver sbagliato, che ha confessato al mago di aver perso tutto al gioco d’azzardo, vorrebbe tornare indietro per riconquistare tutto quanto ha perduto. Forse di “Wonderiana” ispirazione (non so ha me ha ricordato un pezzo di Wonder: “The ring, the watch, the wallet“), il singolare viaggio a ritroso nel tempo è efficace, originale e suggestivo. Dulcis in fundo, dopo aver messo in scena la realizzazione degli altrui sogni, Cristoforo giustamente ci parla del suo personale desiderio: la possibilità di controllare gli elementi che rappresenta con il misterioso numero delle sabbie colorate.
A parte alcune incertezze, diversi tempi morti e monotonia in alcuni punti, lo spettacolo è interessante e si segue con piacere.
Mi sento di suggerire alcuni “aggiustamenti” quali controllo maggiore dei tempi scenici, che occorre sveltire, maggior cura del testo (si ripete spesso), miglior cura degli attrezzi in scena e miglior fattura degli stessi. Infine, sicuramente, Cristoforo dovrebbe sorridere di più. La poesia che racconta e comunica, che “sente” con grande trasporto non potrebbe che beneficiarne.

Max Barile

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